Decolonizing Architecture
2008
Gli architetti Alessandro Petti, Sandi Hilal e Eyal Weizman ci hanno invitati a collaborare sul loro progetto Decolonizing Architecture nella primavera del 2008.
Il progetto assume che a un certo punto le colonie israeliane, costruite illegalmente su terra palestinese, sarano evacuate. Quindi il progetto immagina modi sovversivi per utilizzare questi luoghi dopo il loro abbandono. Lo scopo è di prevenire che le colonie diventino le fortezze dei palestinesi benestanti e che quindi non si possa riprodurre uno scenario di disparità come quello attuale tra israeliani e palestinesi.
I nostri contributi al progetto:
1. Il sito web www.decolonizing.ps
2. Ricerca sulle colonie abbandonate nel nord della Cisgiordania, condotta insieme a Anne Gough e Jesse Long
2.1 Az-Zabadida – ex-campo militare – evacuato nel 2005
Questo ex-campo militare si trova tra i villaggi Az Zababida e Qabatiya e pare di essere ormai stato abbandonato da tempo. Gli abitanti del villaggio hanno accesso all’area, ma tutte le strutture, a parte una che però è messa molto male, sono state distrutte. La parte alta del campo viene usata come cava. La terra migliore, vicino all’poligono di tiro, viene coltivata in modo intensivo e rappresenta una sorta di decolonizzazione attraverso la coltivazione.
L’ex-poligono da tiro, ora trasformato in terra coltivata
2.2 Homesh – ex-colonia – ufficialmente evacuata nel 2006; i coloni ci vivono ancora
Homesh, vicino a Nablus, è situato su una collina e sovrasta il villaggio Burqa. La terra sulla quale è situata la colonia appartiene, diviso in tante piccole parcelle, agli abitanti di Burqa. Una volta era utilizzato soprattutto per l’agricoltura ed era noto per le piantagioni di mele.
Dopo l’evacuazione, i proprietari palestinesi sono tornati a lavorare le loro terre e hanno riparato le terrazze utilizzate per la coltivazione. Nel 2007, a luglio, i coloni sono tornati ed hanno rioccupato Homesh. Si sono organizzati in un movimento chiamato Homesh First che garantisce il rifornimento di cibo ed acqua a chi si è ri-insediato sulla collina.
Seconde la maggior parte delle mappe, questa terra doveva essere restituita ai palestinesi, ma ora i coloni sono ritornati e sono più aggressivi di prima. Gli abitanti di Burqa riportano furti di pecore e macchine incendiate da parte dei coloni.
Homesh before (2004) and after (2006) the evaquation. Courtesy: ARIJ
Homesh sopra il villaggio Burqa
L’ex-colonia con l’unica struttura rimasta intatta, la torre dell’acqua
2.3 Jaba’-Sanur – ex-campo militare – evacuato nel 2006
Questo ex-campo militare si trova tra i paesi Jaba’ e Sanur, nel distretto di Jenin; i proprietari delle terre risiedono in entrambi i paesi. Il campo si estende su tutti e due i lati della strada. Nonostante il campo sia stato abbandonato anni fa, i militari israeliani ci tornano frequentemente: bloccano la strada con un punto di controllo e importunano gli abitanti dei due paesi.
Diversamente da Oush Grab, i militari prima di ritirarsi dal campo, lo hanno completamente distrutto, lasciandosi indietro le macerie. Ora queste rappresentano una sfida per l’uso pubblico dei terreni. I proprietari dicono che non hanno toccato le loro terre da quando i militari sono partiti, perché non hanno i mezzi per risanare il territorio. Alcune persone hanno iniziato una minima coltivazione ai margini del campo, e pastori hanno messo le loro tende nel vecchio poligono di tiro.
2.4 Kaddim – ex-colonia – evacuata nel 2005
Kaddim era la colonia più vicina alla città di Jenin e com’è solito sovrastava la città. Costruito su un terreno che appartiene alla municipalità di Jenin, la colonia ostacolava la vita per i residenti della città. Le incursioni militari nella città erano eseguite dalla colonia e trasformando le strade preesistenti in un sistema di strade chiuse per i palestinesi: un viaggio che solitamente lungo 4 km, era diventato di 40 km per via delle strade riservate ad israeliani. Le case dei coloni erano dei prefabbricati e quando il luogo è stato evacuato sono state smontate e portate via. Come risultato il sito tiene poche macerie e ha fatto la sovversione del paesaggio meno problematica per i palestinesi: ora il sito viene utilizzato come parco pubblico e il week-end si fanno dei picnic, delle grigliate e delle partite di calcio. Nonostante qui lo spirito della decolonizzazione è visibile, c’è ancora un ordine militare sulla terra della colonia che vieta la costruzione di edifici e quant’altro.
Kaddim prima (2004) e dopo (2006) l’evacuazione. Cortesia: ARIJ
2.5 Sa Nur – ex-base militare e avamposto – evacuato nel 2005
Sa Nur è situato solo ad alcuni chilometri a nord di Homesh. Gli abitanti della zona fanno riferimento a questa collinetta con Tresilla. La struttura originale della cittadella era stata costruita durante il periodo ottomano. Dopo era stata usata come base militare britannica, giordana ed israeliana. Qui gli edifici sono stati lasciati in piedi, anche se al loro interno sono stati danneggiati. Anche la piccola moschea è rimasta intatta.
Sa Nur prima (2004) e dopo (2006) l’evacuazione. Cortesia: ARIJ
La moschea di Sa Nur
Per vedere ed ascoltare le interviste che abbiamo condotto nei vari luoghi, vi invitiamo di visitare www.decolonizing.ps.
La partecipazione al progetto da parte di Bianca è stata resa possibile grazie al sostegno della ripartizione cultura tedesca della Provincia Autonoma di Bolzano.