Dheisheh’s Common Green
2012
Incluso in Commons & Commoning, una pubblicazione prodotta all’interno del progetto Collective Dictionary presso Campus in Camps (settembre-novembre 2012).
Come contributo personale a Commons & Commoning, abbiamo inserito nel libro la nostra osservazione testuale e fotografica Dheisheh’s Common Green, in cui trattiamo le aree verdi e le piante del campo profughi di Dheisheh – collocato nei pressi di Betlemme – come una forma di bene comune in costante evoluzione.
Partendo da fotografie storiche del campo profughi (il cui nome, Dheisheh, significa La Foresta in arabo egiziano), l’osservazione, mediante un testo e un essay fotografico, ripercorre la nascita e l’espansione di aree verdi all’interno del campo, apparentemente proceduta parallelamente al suo sviluppo architettonico. Indirizzando l’attenzione del lettore sull’elemento del verde nel campo, che qui viene usato come un ‘vettore narrativo’, l’osservazione vuole riflettere su un insieme ben più complesso di aspetti che caratterizzano la vita dei rifugiati a Dheisheh e il modo in cui la comunità del campo si è sviluppata a partire dalla sua istituzione nel 1948.
After more than sixty-four years of exile, Palestinian camps are not made anymore of tents. It is a completely original urban form that emerged by necessity and creativity of its inhabitants. Spatial practices take the form of rituals and architectural realizations, expressions of both rebellion and necessary adaptation to the present. They oscillate between pragmatic and creative solutions in a congested space and visionary celebration of an idealized past. These solutions, more or less unconsciously, constitute the will to reproduce the inner spatial qualities and characteristics of the villages of origin, as stubborn and spontaneous acts of preservation of memories.
Campus in Camps
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